domenica 14 settembre 2014

OLIO DI PALMA: PESSIMO!





Struttura dell'articolo:
- Premessa
- prima parte: Introduzione all'olio di palma
- seconda parte: La produzione di olio di palma
- terza parte: L'impatto sulla salute
- quarta parte: Considerazioni etiche ed ambientali
- quinta parte: Commercializzazione
- Conclusioni

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PREMESSA

L'olio di palma costituisce un ottimo spunto di riflessione sul fatto che non tutto ciò che è vegetale deve essere considerato salutare e consigliato.

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INTRODUZIONE ALL'OLIO DI PALMA

Le PALME (Elaeis guineensis) sono piante originarie dell'Africa, oggi coltivate principalmente in Malesia ed Indonesia, ma anche nelle aree tropicali del continente americano.

Nella quotidianità, quando si parla di 'olio di palma', si fa solitamente riferimento all'olio ricavato dalla POLPA (mesocarpo) dei frutti delle palme (di colore arancione); non deve essere invece confuso con quello comunemente conosciuto come 'olio di palmisto' (od 'olio di semi di palma'), estratto invece dai NOCCIOLI dei frutti delle palme.

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LA PRODUZIONE DI OLIO DI PALMA

Innanzitutto, i frutti delle palme vengono sterilizzati (con calore umido) e denocciolati. A questo punto, dai frutti viene estratto l'olio, per spremitura (pressione idraulica) o per centrifugazione.

A questo punto, l'olio di palma (grezzo), prima di giungere sugli scaffali del supermercato, viene sottoposto ad una serie di processi di RAFFINAZIONE: decolorazione (l'olio di palma grezzo avrebbe infatti colore tendenzialmente arancione, al pari della polpa dei frutti), deodorazione (per attenuarne l'odore intenso) e neutralizzazione (serve ad allontanare gli acidi grassi liberi, riducendo così l'acidità dell'olio).

Nel complesso, l'olio di palma è caratterizzato da un basso costo di produzione.

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L'IMPATTO SULLA SALUTE

L'unico aspetto nutrizionalmente positivo che potremmo associare all'olio di palma è rappresentato dal suo elevatissimo tenore in carotenoidi, celebri precursori vegetali della vitamina A (non è un caso che l'olio di palma grezzo presenti un colorito tendenzialmente arancione): il condizionale è d'obbligo in quanto, prima di giungere sul mercato, la componente termica dei vari processi di raffinazione al quale viene sottoposto finiscono purtroppo per inattivare i carotenoidi contenuti: in altre parole, l'olio di palma che poi si trova in commercio (olio di palma raffinato) è sostanzialmente privo dei suddetti preziosi pigmenti organici.

Dal punto di vista lipidico (frazione che copre il 100% della sua composizione in macronutrienti), pur essendo un olio - dunque un grasso liquido (solitamente a prevalenza insatura) - ha un significativo contenuto (49% circa) di acidi grassi SATURI del tipo a lunga catena (grassi 'cattivi'), tendenzialmente presenti nei grassi di consistenza solida (tipici dei cibi lipidico-animali), dannosi per la salute cardiovascolare; non a caso, a temperatura ambiente (sotto i 30°C) l'olio di palma grezzo ha consistenza solida.
In particolare, l'olio di palma è ricco di ACIDO PALMITICO (da cui il nome), al quale alcuni rapporti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed altri studi scientifici attribuiscono un effetto ipercolesterolemizzante (aumento del colesterolo 'cattivo', LDL), e di conseguenza un effetto aterogeno (rischio aterosclerotico) e quindi CARDIOVASCOLARE (ictus, angina pectoris ed infarto).
Per coloro poi che si trovano frequentemente a fare i conti col proprio peso corporeo, l'acido palmitico sembra determinare nell'ipotalamo una resistenza alla secrezione di inulina e leptina, due ormoni in grado di favorire il senso di sazietà.*
* fonte: SC Benoit et al., 'Palmitic acid mediates hypothalamic insulin resistance', 2009; 119(9):2577

In generale, preme ricordare come una drastica riduzione dei grassi saturi nella dieta - associata ad un'adeguata attività fisica - è risultata efficace nella prevenzione del 17-22% delle malattie coronariche, del 30-40% dei tumori e del 24-66% dei casi di diabete*, ed inoltre che il consumo di cibi ad alto tenore di grassi saturi è stato associato a tumori (soprattutto a mammella e prostata)**, sindrome metabolica***, ipertensione, diabete**** ed ovviamente ad obesità.
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Fonti scientifiche:
* Gardner 2000
** Int J Cancer 1975; 15(4):617-31
*** Riccardi Clin Nutr 2004
**** Am J Public Health 1985; 75:507-512

Una considerazione finale: attenzione a non essere tratti in inganno dalla cattiva informazione!
Spesso l'olio di palma viene considerato non dannoso per la salute, in questi casi però si sta probabilmente facendo riferimento all'olio di palmisto (vedi prima parte: Introduzione all'olio di palma), in effetti piuttosto innocuo per il nostro organismo (innocuo, non benefico!).

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CONSIDERAZIONI ETICHE ED AMBIENTALI

La produzione di olio di palma (olio di palmisto incluso!) è DEVASTANTE per gli ecosistemi naturali.

Innanzitutto, per coltivare le palme da olio vengono spazzate via vaste aree di vegetazione, solitamente appiccando incendi.
Inevitabile è dunque l'impatto sulla BIODIVERSITA': si perdono ovviamente molte specie viventi, sia vegetali (distese di vegetazione bruciate) che animali (molti animali sono costretti a scappare, ritrovandosi ingiustamente senza il loro habitat naturale; nel caso di incendi - celebre è il caso degli oranghi - finiscono spesso per essere bruciati vivi...).

Da considerare poi il forte INQUINAMENTO atmosferico dovuto ai frequenti incendi, con le ripercussioni sulla salute umana (soprattutto locale) e sull'assetto climatico globale.

Vi è inoltre il problema della DESERTIFICAZIONE: le coltivazioni, condotte dalle multinazionali secondo tecniche non naturali, finiscono per inaridire i suoli, con ulteriore perdita di biodiversità.

Un'ultima realtà interessa poi alcune POPOLAZIONI (tipicamente povere), espropriate ingiustamente dei loro territori, al fine di consentire ad altri popoli - tipicamente più ricchi, nell'altra parte del globo - di consumare un olio (per giunta non salutare).

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COMMERCIALIZZAZIONE

L'ottima sapidità dell'olio di palma e il basso costo di produzione rendono l'olio di palma un olio ampiamente usato nell'industria dolciaria; grazie al suo elevato punto di fumo, esso viene anche commercializzato come olio per friggere.

L'olio di palma trova anche impiego nei prodotti per l'igiene, nei cosmetici, per la produzione di biocarburante, ecc.

In commercio, nella lista ingredienti di un prodotto, l'olio di palma può comparire anche con altre diciture: 'Palm oil', 'Palmate', ecc.
Altre generiche indicazioni ne indicano comunque la possibile/probabile presenza: 'Oli vegetali', 'Mix di oli vegetali', 'Grassi vegetali', 'Margarina', 'Margarina vegetale', ecc.
Da notare anche la dicitura 'Sodium palmate', che indica l'olio di palma saponificato (sapone dell'olio di palma).

Da notare come negli ultimi anni sia apparso sul mercato un olio di palma etichettato come 'biologico': è una BUFALA, si tratta infatti di una certificazione creata e gestita a sommo studio da talune società con grandi interessi economici nel commercio dell'olio di palma; e comunque, anche se non lo fosse, sarebbe di certo un 'biologico' ridicolo, visto il suo impatto sugli ecosistemi (vedi quarta parte: Considerazioni etiche ed ambientali).

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CONCLUSIONI

L'olio di palma è dannoso per la salute umana, nonché ad altissimo impatto etico-ambientale: è un olio assolutamente DA EVITARE (quanto meno il più possibile), sia come prodotto che come ingrediente!

Non abbiamo bisogno di olio di palma; soprattutto noi mediterranei, che abbiamo l'olio di oliva, il più pregiato in assoluto. 

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Articolo redatto da Alessio Iodice
(Dott. in Economia dell'Ambiente, Educatore alimentare & Fitness Trainer) 


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