venerdì 19 settembre 2014

CELIACHIA






Ci sembra giusto aprire una parentesi su questo tipo di intolleranza particolare che negli ultimi anni si sta notevolmente diffondendo.

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale.


L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 400 mila, ma ne sono stati diagnosticati solo 35 mila.

Ogni anno vengono effettuate cinque mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo del 9%.

La caratteristica fondamentale di questo tipo di intolleranza è la reazione che la proteina glutine provoca alla mucosa intestinale. Dopo l’ingestione di alimenti contenenti glutine infatti, i villi intestinali assumono una forma molto appiattita e di conseguenza il passaggio delle sostanze nutritive viene modificato producendo un malassorbimento delle sostanze nutritive.
Non sempre la celiachia si presenta in modo palese, infatti le sue forme cliniche possono essere molteplici:
  • -  TIPICA: che ha come sintomatologia la diarrea e l’arresto della crescita;
  • -  ATIPICA: che si presenta tardivamente con sintomi soprattutto extraintestinali (come
    l’anemia);
  • -  SILENTE: nella quale mancano sintomi evidenti;
  • -  POTENZIALE: evidenziata da esami sierologici positivi (presenza di antigliadina IgA e
    IgG) ma con biopsia intestinale normale.
Una diagnosi sintomatologica della celiachia è difficile, perché i sintomi sono spesso troppo simili a quelli di altre malattie, tra queste, numerose malattie che interessano l’intestino ma anche forme di stanchezza cronica e di depressione. Inoltre, in una percentuale non piccola dei casi, la celiachia non sviluppa alcun sintomo evidente ma comporta comunque un danneggiamento dei tessuti intestinali. Una diagnosi più precisa della malattia quindi passa principalmente per due analisi mirate:
  • -  L’analisi sierologia: determina il livello di anticorpi specifici antigliadina (una delle proteine del glutine) IgA e IgG, e di anticorpi anti-transglutaminasi (tTG), nel sangue prodotti in risposta alla presenza di glutine, percepito dall’organismo come sostanza estranea e pericolosa.

  • -  Test istologico: invece consiste in una biopsia intestinale che permette di verificare il danneggiamento e l’atrofia dei villi intestinali.
    Nel caso di presenza della malattia all’interno di una famiglia, data la sua caratteristica trasmissione genetica, è opportuno effettuare uno screening degli anticorpi in tutti i parenti di primo grado del malato.

    L’unico trattamento possibile per la celiachia è una dieta appropriata, priva di glutine (gluten-free), che permette di ridurre ed eventualmente eliminare i sintomi e di ricostituire i tessuti intestinali. La capacità di ripresa e di recupero dei tessuti danneggiati, però, dipende da molti fattori, come ad esempio l’età in cui la malattia viene diagnosticata, il grado di danneggiamento e l’assunzione da parte dell’individuo di altri farmaci che possono interferire.
    TEST DI RILEVAMENTO DELLE ALLERGIE E DELLE INTOLLERANZE
    Vi sono molti tipi di test per il rilevamento delle allergie ed intolleranze alimentari, di seguito verranno elencati im test più diffusi:

TEST RILEVAMENTO ALLERGIE:


RAST – ELISA – FAST – MAST : si tratta di analisi molto simili e si eseguono tramite prelievo ematico, l’obiettivo è quello d’individuare le allergie alimentari IgE o IgG mediate.

PRIK e SCRATCH TEST: sono test da intradermo reazione e sono test cutanei che si eseguono mettendo una goccia di sostanza allegizzante sulla pelle dove viene inoltre effettuato un graffietto cutaneo. La reazione dermica che si riscontra va messa a confronto con altri due punti dove in uno è stata messa soluzione fisiologica e nell’altra una goccia d’istamina.

PATCH TEST: sempre della famiglia delle prove cutanee, consiste nell’applicare sulla schiena dei cerotti che contengono una determinata concentrazione delle sostanze da testare. La lettura dei risultati viene effettuata dopo circa 72 ore e dovrebbe consistere in eventuali positività di tipo eczematoso o vescicolare.

TEST RILEVAMENTO INTOLLERANZE:

CITOTEST: test piuttosto accreditato in quanto mette in evidenza una reazione immunitaria determinata dalla reazione dei globuli bianchi. Si effettua prelevando il sangue del paziente e lo si mette a confronto con una serie di sostanze alimentari. Analizzando al microscopio si stabilisce il rigonfiamento dei granulociti (tipo di globuli bianchi) e lo si classifica secondo quattro livelli in base al rigonfiamento più o meno accentuato.

MISURAZIONE DELLA TENSIONE MUSCOLARE: si assume o si tiene in mano un alimento o una sostanza e quando a questa si è intolleranti la forza muscolare diminuisce talvolta anche in modo netto.

METODO KINESIOLOGICO: testa la diminuzione di forza in modo manuale, agendo sulla muscolatura della mano tramite il test dell’O-Ring (occhiello tra pollice e indice). Impugnando una fialetta contenente un alimento l’operatore cercherà di aprire l’occhiello, quando vi riesce il paziente è intollerante all’alimento impugnato.

DRIA TEST: utilizza lo stesso principio del precedente, il presunto allergene viene somministrato per via sublinguale e le rilevazioni vengono effettuate con un’apparecchiatura che obbliga il paziente a posizioni certe e perfettamente ripetibili e le rilevazioni sono fatte grazie un sistema computerizzato.

ELETTRO AGOPUNTURA DI VOLL (EAV) e VEGATEST: tramite un’apparecchio elettrodiagnostico (simile ad un misuratore d’impedenza) si misura la variazione di potenziale elettrico rilevata lungo i punti dell’agopuntura cinese.

Il primo rilevamento viene effettuato in assenza di allergeni, il secondo viene registrato inserendo una fiala omeopatica del principio da testare in un apposito pozzetto che s’interpone fra il corpo e il rilevamento del dato.

Se il principio attivo causa intolleranze si registrano varie cadute di potenziale elettrico. Tra gli Alimenti, quelli che più frequentemente danno reazioni sono:
  • -  Latte e derivati;
  • -  Uova;
  • -  Pesce e crostacei;
  • -  Cereali, farine e lieviti;
  • -  Nocciole e arachidi;
  • -  Carne di maiale e pancetta;
    -  Cioccolato, the, caffè e alcolici;
    -  Mele e agrumi;
    -  Sedano e soia;
    -  Semi di sedano, anice, aneto;
    -  Spezie;
    -  Additivi, preservanti e coloranti. 

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