lunedì 15 settembre 2014

ALLENARSI…………… VIBRANDO




Migliorare la propria potenza, resistenza, velocità facendo semplici esercizi su una pedana che vibra a frequenze predeterminate. Ma anche curare vecchi, anziani, infortunati, dai postumi di fratture e dall'avanzare dell'osteoporosi, senza dover ricorrere a fastidiose terapie di rieducazione.
Secondo Carmelo Bosco ( inventore della pedana che vibra), una stimolazione vibratoria con frequenze specifiche, va a stimolare i “pressocettori” ovvero strutture presenti nel corpo umano,  ereditate da un’antica natura acquatica della nostra specie ( di fatti i pressocettori si trovano tuttora nei pesci) capaci di registrare variazioni di pressione ambientale e di produrre una reazione d’adattamento a loro. Ricordando la legge di Selye ad ogni stimolo corrisponde una determinate reazioni del nostro corpo atta a migliorare determinate capacità fisiche (vi rimando all’articolo sulla super compensazione).

Il sistema muscolo-scheletrico per svolgere quotidianamente le richieste a cui è sottoposto, varia in continuazione in forza, struttura, metabolismo e nella forma. La locomozione è vista come un sovraccarico costante per mantenere ossa, articolazioni e muscoli in uno stato di forma “normale”. Un periodo di riposo forzato, causato da infortuni o malattie, debilita notevolmente l’apparato muscolo-scheletrico andando incontro a fenomeni d’atrofia muscolare. Stessi fenomeni più lenti nella propria evoluzione sono presenti nella vecchiaia, dove causa l’ipocinesia il corpo umano lentamente s’indebolisce e viene attaccato e spesso sopraffatto da varie patologie (osteoporosi).

Si è visto che esercizi di piccola durata ma di altissima intensità producono effetti positivi sulle strutture osseo-muscolari e articolari; tanto che sia la massa sia la forza sono mantenute ad un livello elevato in risposta a questi sforzi ciclici. Un grosso problema dei nostri giorni purtroppo è che l’uomo è diventato molto sedentario, ancora di più se è anziano. L’unica attività fisica, si riduce alla semplice locomozione per le normali funzioni quotidiane, ma  la locomozione come dicevo prima rappresenta lo stimolo meccanico minimo che assicura il tono muscolare di base. Ecco perché è consigliato ai vecchi di camminare molto. 
Durante la locomozione, al momento dell’impatto al suolo, innumerevoli vibrazioni vengono generate e trasmesso lungo tutto il corpo. Queste vibrazioni vengono trasmesse attraverso il piede, la gamba, la colonna vertebrale e il collo. Tutto ciò rappresenta un forte stimolo per la formazione delle ossa durante la vita dell’uomo, ma sfortunatamente la moderna concezione della vita limita fortemente l’attività di movimento, con un forte incremento dell’ipocinesia e quindi ciò si risolve in un effetto negativo sul sistema muscolo-scheletrico. 
Vista la notevole tendenza alla sedentarietà ma visto quanto le vibrazioni possono essere importanti per il nostro corpo, è stato suggerito un nuovo metodo di allenamento che utilizza come fattore di stimolo gli effetti indotti dalla vibrazione meccanica. Infatti, è stato dimostrato che il trattamento con vibrazione meccanica rappresenta un forte stimolo per l’intero organismo e specialmente per il sistema neuro-muscolare e scheletrico.

EFFETTI DELLE VIBRAZIONI IN CAMPO SPORTIVO

Si è visto che  trattamenti con vibrazioni incrementano il volume respiratorio ed il volume/minuto ventilatorio, fenomeno da attribuirsi a riflessi vibratori segmentali risalenti a muscoli inspiratori ed espiratori (Homma e coll.1981). 
Trattamenti vibratori somministrati in due set di cinque minuti ciascuno, in cui pallavoliste di alto livello situate in posizione di mezzo-squat e stimolate con frequenza di un minuto di vibrazione e un minuto di pausa, diedero come risultato un miglioramento meccanico dei muscoli estensori delle gambe (Bosco e colo. 1999)
Ulteriori ricerche hanno dimostrato che  dopo 10 giorni di trattamento con stimoli vibratori applicati 10 minuti al giorno diedero  un incremento della potenza muscolare durante la prestazione di salto  su atleti ben allenati (Bosco e coll.1998). 
Una somministrazione acuta di cinque minuti effettivi di vibrazione, alternando un minuto di trattamento vibratorio ad uno di riposo, applicato al braccio mostrò un incremento statisticamente significativo della potenza muscolare dei muscoli flessori del braccio  su alcuni pugili di livelli internazionali (Bosco e coll. 1999b). 
E’ stato notato un incremento della potenza meccanica durante l’esecuzione di 30 ripetizioni di flessione dell’avambraccio sul braccio con un manubrio, sottoposto a vibrazione, di 2,8kg. Il miglioramento venne attribuito al potenziamento indotto dalla vibrazione sul sistema nervoso (Bosco e coll.1999c). 
Infine si deve ricordare che l’esposizione a vibrazioni induce alla stimolazione di alcuni ormoni. 

effetti delle vibrazionie in riabilitazione,  atrofia muscolare e osteoporosi
Studi clinici condotti su pazienti con traumi dei nervi periferici e contratture articolari hanno dimostrato l’efficacia del trattamento con vibrazione accompagnato a metodi di trazione classica (Levitskii e coll.1997).
 Si è notato che trattamenti vibratori evidenziano un notevole miglioramento della flessibilità della colonna vertebrale e dei muscoli flessori delle gambe. Le vibrazioni sembrano essere notevolmente più efficaci dello stretching tradizionale statico e quello  PNF . Trattamenti con vibrazioni ad alta frequenza sembrano indurre uno stress minore sia ai tendini sia ai muscoli (Park HS e Martin BJ, 1993).
Si è visto che non solamente i tessuti nervosi vengono fortemente influenzati dalla vibrazione ma anche il tessuto muscolare. A tale proposito 5 ore / die per due giorni furono sufficienti ad indurre un incremento della sezione sia delle fibre muscolari lente sia veloci di ratti sottoposti a due differenti frequenze di trattamenti vibratori, dando quindi grande importanza alle vibrazioni come arma per sconfiggere l’atrofia muscolare (Necking LE e coll.1996).

Le vibrazioni risultano essere di grande importanza anche per quanto riguarda l’osteoporosi, in quanto la somministrazione di stimoli vibratori producono sollecitazioni efficacissime sulle funzioni biologiche delle ossa su cui si inseriscono. Queste sollecitazioni si evidenziano specialmente sull’asse trasversale, che è quello più debole e quindi più soggetto a fratture (Bosco 1999).

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