venerdì 3 ottobre 2014

BICIPITI: CURL SU PANCA SCOTT VS CURL SU PANCA INCLINATA VS CURL MANUBRI IN PIEDI



Ho voluto scrivere questo articolo perché ho sentito fin troppe volte in palestra gente dirmi, "si fai la scott oppure fai l’inclinata... sono la stessa cosa, l’unico diverso è il curl in piedi”. Chiariamo subito che questi tre esercizi sottopongono il bicipite brachiale a tre diversi stimoli derivanti da diverse inclinazioni di lavoro, diverse tensioni e diversi allungamenti e contrazioni. Ecco un’immagine dei tre esercizi, DBC (dumbbell biceps curl), IDC (inclined dumbbell curl) e DPC (dumbbell preacher curl, il nostro curl alla panca scott)

Bene, per prima cosa qualche informazione sulla natura di questo muscolo. Il bicipite brachiale è un muscolo del braccio e ne costituisce circa 1/3 della massa, è formato da due capi, capo lungo che ha origine sopra la cavità glenoidea della scapola e capo breve che ha invece origine nell’apice del processo coracoideo della scopola (mediante un tendine comune con il coracobrachiale), entrambi hanno inserzione nella tuberosità del radio tramite un tendine comune. E', assieme al brachiale e al coracobrachiale, muscolo antagonista del tricipite. Agisce sia sul braccio che sull'avambraccio in quanto è un muscolo biarticolare poiché "passa" due articolazioni, la scapolo-omerale e quella del complesso articolare del gomito.
Per quanto riguarda le funzioni, è utile fare una distinzione tendendo un punto fisso sulla spalla oppure sull’avambraccio.
Prendendo un punto fisso sulla spalla, il bicipite brachiale flette su braccio, lo supina e flette l’omero sulla spalla, ha un ruolo marginale nell’ abduzione dell’omero. 
Prendendo un punto fisso sull’avambraccio invece, eleva la spalla e flette il braccio sull’avambraccio.

Ho trovato un articolo interessante del journal of sports, science and medicine che trattava la diversa tensione a cui è sottoposto il muscolo nei tre esercizi. Queste solo le fasi del movimento del curo:




E questi i grafici rappresentanti i dati ricavati dall'elettromiografia effettuata durante gli esercizi



Senza riportare tutto quanto, queste sono le cose più interessanti, a mio parere. 
Nella fase concentrica (cioè quando si "alza" il manubrio), il curl su panca inclinata genera più tensione sul bicipite mano a mano che il manubrio sale. Nella curl alla panca scott invece ciò che avviene è opposto, la tensione è maggiore nella prima fase del movimento per poi decrescere fino al punto minimo che corrisponde alla massima contrazione del bicipite. 
Il normale curl in piedi invece, si comporta allo stesso modo del curl su panca inclinata registrando pero, valori di tensione più bassi rispetto a questo, dagli 0° fino ai 66° del ROM dove invece raggiunge un picco di tensione che è in assoluto la massima registrata.
Possiamo concludere che curl in piedi e curl su panca inclinata seguano un andamento pressoché simile, mentre il curl su panca scott va in direzione opposta.
. Nella fase eccentrica (cioè quando si "abbassa" il manubrio), la situazione cambia leggermente, DBC e IDC seguono ancora lo stesso andamento ma il DBC fa registrare tensioni sempre superiori (fatta eccezione per la fase 2 dell’eccentrica, in cui è uguale). Il curl alla scott ancora, segue un andamento opposto, la tensione tende a salire mano a mano che l’avambraccio si estende sul braccio.

Ora, da questo studio emerge come i due esercizi creino tensioni ben diverse sul muscolo, il curl su panca scott sembra creare una forte tensione per circa 1/3 del movimento e appare quindi meno "completo" rispetto al curl su inclinata o in piedi che creano tensioni maggiori. 
Un’ ottima idea potrebbe essere di lavorare sul curl alla scott con ripetizioni negative, in quanto nella fase eccentrica si sviluppa più tensione rispetto agli altri due esercizi.
Da notare anche che con un curl su panca inclinata abbiamo uno stiramento del bicipite maggiore rispetto agli altri due esercizi, avendo quindi un ROM più completo.
Con questo articolo non voglio assolutamente dire che bisogna preferire un esercizio piuttosto che un altro perché, come tutti sappiamo, cambiare periodicamente è la cosa migliore da fare. 


Redatto da Castelli Francesco

Fonti, Journal of sports, science and medicine

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