domenica 9 novembre 2014

LAVORO FUNZIONALE NEL RECUPERO DELLA CONDIZIONE ATLETICA IN UN CALCIATORE


Il ragazzo in questione si Chiama Riccardo e da un possibile futuro radioso nel calcio, si trova a dover affrontare una frattura al piatto tibiale e ad una serie di stiramenti al retto femorale. Eseguita la fisioterapia e sottoposto a fibrosi si ritrova pronto poi a rieducare la sua atleticità. Manuele Mazza lo segue in palestra e lo rieduca utilizzando degli esercizi funzionali decidendo non tanto di potenziare il quadricipite femorale ma di lavorare sugli stabilizzatori.

Il risultato Riccardo è tornato a giocare segnando già la bellezza di  6 goal !!

















venerdì 7 novembre 2014

FITOTERAPIA PER IL WELLNESS




La fitoterapia è quella pratica medica umana comune a tutte le culture e le popolazioni sin dalla preistoria, che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere. Data l’antichità di questa pratica, che con tutta probabilità rappresenta il primo esempio di pratica terapeutica umana, e data la sua generalizzata distribuzione geografica, è impossibile dare una descrizione di essa in termini di un sistema terapeutico specifico. 

La fitoterapia è considerata una medicina alternativa nella maggior parte degli stati membri della UE e negli Stati Uniti, anche se alcune piante e soprattutto alcune frazioni di pianta sono riconosciuti e sfruttati anche dalla medicina scientifica tradizionale. La medicina popolare si serve di queste sostanze da tempi immemorabili. Ippocrate citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola.


L'uso di piante e dei loro derivati può essere utile nella terapia, ma spesso si verifica uno sfruttamento promozionale di piante ed erbe delle quali si vantano proprietà terapeutiche non documentate e delle quali talvolta si ignorano i possibili pericoli. La carenza di una ferrea regolamentazione, frenata anche da interessi commerciali, contribuisce alla confusione. L'equazione "naturale = benefico" è infatti spesso un semplice tranello atto ad abusare della credulità di alcune persone: anche i virus, difatti, sono naturali, come pure i funghi velenosi o la cicuta con cui Socrate si suicidò. Anche le interazioni con i farmaci tradizionali devono essere valutate con attenzione così come gli effetti collaterali.


I preparati disponibili possono essere schematicamente suddivisi in tre grandi categorie: 

  • Preparazioni  ottenute  partendo  da  pianta  essicata 
  • Preparazioni ottenute partendo da pianta fresca 
  • Preparazioni per distillazione o spremitura 


PREPARAZIONI  OTTENUTE  PARTENDO  DA  PIANTA  ESSICATA 


INFUSO

Si prepara a partire da piante essiccate ridotte a pezzi più o meno piccoli mediante lavorazioni meccaniche. Si mette il materiale in un contenitore adatto, vi si versa sopra acqua bollente e si lascia raffreddare per alcuni minuti. A questo punto si filtra tramite garza senza comprimere e si beve il  liquido risultante (si utilizzano da due a dieci parti di pianta essiccata per preparare cento parti di 
infuso). 

DECOTTO

Si prepara a partire da piante essiccate ridotte a pezzi più o meno piccoli tramite lavorazioni  meccaniche. Tale materiale si mette in acqua e si porta fino ad ebollizione, poi si lascia raffreddare, si  filtra tramite garza senza comprimere e si beve il liquido risultante (si utilizzano da due a cinque parti  di pianta essiccata per preparare cento parti di decotto). Tale metodica di preparazione non deve mai essere applicata a piante contenenti principi attivi volatili. 

TISANA

Si prepara a partire da piante essiccate ridotte a pezzi. Una tisana è composta da una miscela di piante  medicinali, tra le quali distinguiamo il rimedio base, composto da una o più piante medicinali la cui azione  medicamentosa è quella più importante, l’adiuvante, rappresentato da una pianta che ha lo scopo di rinforzare l'effetto del rimedio base, il correttivo, composto da una o più piante che hanno la funzione  di migliorare le caratteristiche organolettiche della tisana (per ogni litro di tisana si usano da dieci a  venti grammi di piante essiccate). La tisana può essere preparata per infusione, per decozione, per  macerazione o anche, in certi casi, per semplice soluzione. É importante sottolineare che il calore  dell'acqua bollente può alterare i principi attivi presenti nella pianta, riducendo in tal modo la sua  efficacia. In genere le tisane hanno un’azione curativa blanda. 

POLVERE 

È una forma farmaceutica ottenuta a partire da pianta essiccata, che viene ridotta in polvere  tramite opportune lavorazioni meccaniche. Le polveri possono essere semplici, se contengono un solo  componente, o composte se ne contengono più di uno. Le polveri micronizzate si ottengono macinando 
opportunamente la pianta essiccata e sottoponendo poi il prodotto ottenuto a setacciatura,  raggiungendo in tal modo una granulometria molto fine ed uniforme. Il loro componente predominante 
dal punto di vista quantitativo è costituito dai materiali di struttura del vegetale, in particolare cellulosa e lignine, mentre i principi attivi sono presenti in quantità piuttosto limitata, non oltre il 10% del peso del prodotto finito. Il vantaggio di questa tecnica e quello di non causare alterazioni nel fitocomplesso ad opera del calore, che si sviluppa invece durante la lavorazione tradizionale, e questo è particolarmente vero per piante che hanno dimostrato di temere le alte temperature, in particolare quelle ricche di oli essenziali. Le polveri hanno un’azione curativa che può considerarsi discreta. 

ESTRATTO FLUIDO

Si prepara a partire da pianta essiccata, mettendola a macerare in un solvente apposito, generalmente  alcool etilico, per determinati periodi di tempo. Nell’estratto fluido si procede in modo che una parte in peso del prodotto finito corrisponda a una parte in peso della pianta essiccata di partenza, e quindi esso  ha un rapporto estratto/droga di 1 : 1. É un prodotto altamente medicamentoso, poichè l’alcool è in grado di estrarre la quasi totalità del fitocomplesso presente nella pianta di partenza, anche se i processi di essiccazione possono comportare la riduzione e più raramente la perdita di uno o più dei principi attivi tipici di quella pianta, specialmente se rappresentati da sostanze fortemente volatili. L’estratto fluido ha un’azione curativa che può considerarsi discreta. 

ESTRATTO SECCO

Si prepara in genere partendo dall’estratto fluido, che poi viene fatto evaporare con metodiche  sofisticate quali la nebulizzazione, fino ad ottenere una polvere finissima ed impalpabile, che è  rappresentata in pratica solo dal fitocomplesso tipico di quella pianta (il rapporto estratto/droga varia in genere da 1 : 3 fino a 1 : 8). Grazie a questa sua concentrazione e purezza, è possibile procedere alla titolazione, che consiste nel valutare, con tecniche particolarmente sofisticate, non solo la presenza del o dei principi attivi ricercati, ma anche di determinarne esattamente la quantità. In questo modo si ottiene un prodotto di tipo farmaceutico, poichè è possibile determinare  le sostanze in esso presenti e di misurarne con precisione la quantità, ottenendo così un rimedio standardizzato e quindi sempre uguale in ogni lotto utilizzato.  L’estratto secco è dotato di un’azione curativa ottimale. 

ESTRATTO TOTALE

È costituito da una miscela di polveri micronizzate e di estratti secchi, il cui principale vantaggio consiste nel non dover aggiungere eccipienti inerti per evitare il compattamento degli estratti secchi conseguente all’umidità. Per questo motivo è molto più difficile ottenere un titolo adeguato e/o rispettare quello prescritto dalla Farmacopea, per la minor ricchezza in principi attivi causata dall'aggiunta delle polveri. L’estratto totale è dotato di un’azione curativa discreta 


PREPARAZIONI OTTENUTE PARTENDO DA PIANTA FRESCA 



TINTURA MADRE

Si prepara mettendo la pianta allo stato fresco, quindi entro poche ore dalla sua raccolta, a macerare in 
un solvente corretto, generalmente alcool etilico, per un determinato periodo di tempo. Per la preparazione delle tinture madri si fa riferimento a quanto indicato nella Farmacopea Francese o in quella Tedesca, poichè la Farmacopea Italiana non le prende ancora in considerazione. La Tintura Madre  è dotata di un grado alcolico che in genere è compreso tra i 50 e i 70°C. Durante la conservazione essa può lasciare un leggero deposito sul fondo del contenitore.  Come tutte le forme liquide, va assunta diluendola in poca acqua non gasata a temperatura ambiente e tenuta in bocca per almeno un minuto, allo  scopo di favorire l’assorbimento attraverso la mucosa della bocca. Le tinture madri hanno un’azione curativa piuttosto blanda. 

MACERATO GLICERINATI  O  GEMMODERIVATO 

Si prepara mettendo a macerare in una miscela d’acqua (20%) alcool (30%) e glicerina (50%) le parti più giovani della pianta: le gemme, i giovani getti non più lunghi di 5 cm e talvolta le giovani radici, per determinati periodi di tempo (una parte del preparato di base viene diluita con 9 parti di una miscela 
contenente il 50% di glicerina, il 30% di alcool e il 20% di acqua). Per la preparazione dei macerati glicerinati si fa riferimento a quanto indicato nella Farmacopea Francese, poichè la Farmacopea Italiana 
non li prende ancora in considerazione. È dotato di un grado alcolico di 30°C. Durante la conservazione esso può lasciare un leggero deposito sul fondo del contenitore.  Come tutte le forme liquide, va assunto diluendolo in poca acqua non gasata a temperatura ambiente e tenuta in bocca per almeno un minuto, allo  scopo di favorire l'assorbimento attraverso la mucosa della bocca. I macerati glicerinati hanno un’azione curativa discreta. 

SOSPENSIONE INTEGRALE DI PIANTA FRESCA 

É una preparazione entrata solo recentemente nell'elenco dei prodotti fitoterapici. Essa si prepara raccogliendo la pianta e sottoponendola nel più breve tempo possibile a criofrantumazione alla  temperatura di -70°C, ottenuta iniettando nel frantumatore azoto liquido alla temperatura di -196°C. Successivamente, si sottopone il materiale a pressioni elevate per estrarne i liquidi in esso contenuti e quindi anche il fitocomplesso, operando sempre a temperature estremamente basse affinché la pressione non generi calore, che potrebbe alterare alcune parti del fitocomplesso. Il prodotto ottenuto viene infine diluito in alcool a 36 gradi per stabilizzare gli enzimi già bloccati dalle bassissime temperature, perché altrimenti essi riprenderebbero a funzionare riportando il prodotto finito a temperatura ambiente. Poichè tutto il contenuto della pianta passa nella sospensione, si ottiene un estratto completo e rappresentativo del fitocomplesso. Questo prodotto è, però facilmente deperibile, per cui viene commercializzato sotto vuoto e, una volta aperto, deve essere consumato nel più breve tempo possibile e conservato al freddo. Le SIPF hanno una buon azione curativa, ma sono pressoché introvabili in Italia. 

SUCCO DI PIANTA FRESCA 

Sono preparati ottenuti meccanicamente per pressione della pianta fresca, preventivamente frantumata, e sono costituiti dai liquidi presenti nei tessuti vegetali. Essi sono commercializzati sotto vuoto senza l’aggiunta di coloranti o conservanti, e sono una forma molto semplice di somministrazione delle piante medicinali, che può essere paragonata alle polveri. Su queste hanno però il vantaggio di non aver subito l’essiccamento, capace di provocare alterazioni enzimatiche di alcuni componenti. Questo prodotto è, però facilmente deperibile, per cui viene commercializzato sotto vuoto e, una volta aperto,  deve essere consumato nel più breve tempo possibile e conservato al freddo. I succhi hanno un’azione curativa discreta. 



PREPARAZIONI PER DISTILLAZIONE O SPREMITURA 


OLI  ESSENZIALI  O  ESSENZE 

Sono forme farmaceutiche ottenute  per distillazione in corrente di vapore o per spremitura di una pianta fresca oppure essiccata. Recentemente è stata messa a punto una tecnica di estrazione basata sui gas supercritici. L’olio essenziale ottenuto è una miscela di sostanze organiche, per lo più volatili, con odore aromatico caratteristico e in genere piuttosto penetrante. Gli oli essenziali sono poco stabili: all’aria, alla luce e al calore si ossidano diventando scuri, più densi e di odore meno gradevole, inoltre sono lipofili, cioè capaci di penetrare anche in tessuti contenenti elevate quantità di sostanze grasse, generalmente liquidi, assai poco solubili in acqua ma solubili nei solventi dei grassi come alcool, etere, cloroformio e nei grassi stessi come olio di mandorle, oli di oliva e/o di semi ecc. La loro lipofilia ne consente la penetrazione nel sangue in quantità significative anche se usati per via esterna. É necessario accertarsi che gli oli essenziali usati siano purissimi e prodotti quindi da officine farmaceutiche, poichè quelli sofisticati e quelli sintetici possono essere molto più tossici. Recentemente sono stati messi a punto, per alcune essenze, i cosiddetti oli essenziali microincapsulati, che si presentano come una polvere a granulometria media, nella quale gli oli essenziali vengono fatti assorbire a particelle di materiali inerti. Gli oli essenziali hanno un’azione curativa ottimale, ma possono essere facilmente tossici se usati in modo non corretto. 







I FIORI DI BACH 


« La malattia non è né una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci alla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci. »
(Edward Bach)


La base della floriterapia con i fiori di  Bach si fonda sul principio secondo il quale nella cura di una persona, devono essere prese in considerazione principalmente la prevenzione e la conoscenza dei disturbi psicologici, i quali determinerebbero i sintomi fisici. 

Il singolo fiore curerebbe il disturbo psicologico che ha causato o potrebbe causare un certo malessere fisico. Dietro ogni disturbo fisico ci sarebbe quello che viene chiamato "fiume di energia", originato a livello psicologico (come nel caso della rabbia, che viene scaricata in modi e zone del corpo differenti); pertanto, ad ogni disturbo psicosomatico, provocato dallo sfogo dell’energia, corrisponderebbe, a monte, un ben preciso disturbo dell'anima.

Sulla base di tali principi sono stati distinti 38 "tipi comportamentali" di base, ai quali corrisponderebbero 37 fiori e un’acqua di fonte, la cui energia sarebbe in grado di curare l’organismo per riportarlo in armonia; in tal modo i sintomi tenderebbero a regredire.

I rimedi floreali scoperti da Bach rilascerebbero infatti nell’acqua, se opportunamente trattati, la loro "energia" o "memoria". Bach consigliava di cogliere i fiori al massimo della fioritura e nelle prime ore del mattino di un giorno assolato; il fiore, che non doveva essere intaccato da alcunché, veniva deposto in una ciotola d’acqua pura e veniva trattato secondo uno dei due metodi riportati nelle opere del medico gallese.
Il concetto "memoria dell'acqua" non è mai stato dimostrato sperimentalmente e non è riconosciuto dalla scienza.

I primissimi fiori scoperti da Bach furono i cosiddetti "12 Guaritori", che il medico gallese iniziò prontamente a sperimentare sui suoi pazienti; gli altri 26 vennero scoperti poco tempo dopo: Bach si spense il giorno dopo aver scoperto il trentottesimo rimedio floreale e averlo sistematizzato accanto agli altri

La classificazione comprende:

I "12 guaritori"

  • Agrimony (Agrimonia), per chi nasconde ansia e tormento dietro gaiezza e cortesia;
  • Centaury (Centaurea minore), per chi, debole e ansioso di piacere, viene sfruttato dagli altri;
  • Chicory (Cicoria), per chi è possessivo e si ricatta gli altri perché stiano con lui;
  • Rock Rose (Eliantemo), per chi è preso da grande paura e panico;
  • Gentiam (Genzianella autunnale), per chi si abbandona al pessimismo, si scoraggia e si deprime per motivi sconosciuti.
  • Mimulus (Mimolo giallo), per chi ha paura delle cose del mondo;
  • Impatiens (Balsamina), per chi è impaziente e non sopporta interferenze nel suo ritmo;
  • Cerato (Piombaggine), per chi non ha fiducia in sé e chiede continuamente consiglio;
  • Scleranthus (Fiorsecco, Scleranto o Centigrani), per chi è indeciso tra due vie e si abbandona all'insicurezza;
  • Vervain (Verbena), per chi si lascia trasportare troppo dall'entusiasmo e dal fanatismo;
  • Water Violet (Violetta d'acqua), per chi è orgoglioso e ama stare da solo;
  • Clematis (Vitalba), per chi sogna ad occhi aperti, è indefferente alla vita e fugge dalla realtà.

I "7 aiuti":

  • Rock Water (acqua di roccia), per chi si autoreprime e finge rigidità morale per essere d'esempio;
  • Wild Oat (Forasacco o Avena selvatica), per chi è scontento o insicuro sul ruolo da svolgere nella vita;
  • Heather (Brugo o Erica), per chi odia la solitudine e attacca bottone usando gli altri;
  • Gorse (Ginestrone), per chi prova grande disperazione e si sente senza speranza;
  • Olive (Olivo), per chi è completamente esausto a causa dello stress o della fatica mentale;
  • Oak (Quercia), per chi lotta contro le difficoltà ma senza la speranza di farcela;
  • Vine (Vite), per chi prova desiderio e ambizione di dominare inflessibilmente sugli altri.


I "19 assistenti":

  • Holly (Agrifoglio), per chi ha sfiducia nel prossimo, prova invidia e odio;
  • Honeysuckle (Caprifoglio), per chi si rifugia nella nostalgia del passato, ricordando solo le cose belle;
  • Hornbeam (Carpino bianco), per chi si sente stanco, debole, e dubita delle sue capacità di fronte ad un problema;
  • White Chestnut (Ippocastano bianco), per chi ha pensieri e preoccupazioni costanti e indesiderati;
  • Sweet Chestnut (Castagno dolce), per chi prova un'angoscia estrema, una disperazione con coraggio, però, che non tende al suicidio;
  • Red Chestnut (Ippocastano rosso), per chi prova apprensione per gli altri e si aspetta sempre il peggio;
  • Beech (Faggio), per chi è intollerante, polemico e arrogante;
  • Chestnut Bud (Gemma di Ippocastano bianco), per chi ripete sempre gli stessi errori e non vuole crescere;
  • Larch (Larice), per chi ha paura di fallire ed è affetto da complessi di inferiorità;
  • Crab Apple (Melo selvatico), per chi si sente sporco, nel corpo o nella mente;
  • Cherry Plum (Prugno), per chi ha paura di perdere la ragione;
  • Walnut (Noce), per chi deve affrontare grandi cambiamenti (es. pubertà, menopausa, vecchiaia);
  • Elm (Olmo inglese), per chi si sente momentaneamente sommerso di responsabilità;
  • Pine (Pino silvestre), per chi tende a caricare su di sé anche le colpe altrui;
  • Aspen (Pioppo), per chi ha paura di cose vaghe, indistinte, e senza motivo;
  • Wild Rose (Rosa canina), per chi si abbandona alla rassegnazione e all'apatia;
  • Willow (Salice giallo), per chi prova amarezza e risentimento;
  • Mustard (Senape selvatica), per chi è ammalato di depressione, anche passeggera;
  • Star of Bethlehem (Latte di gallina), per chi ha provato ogni tipo di shock o dolore fisico, mentale ed emotivo.

Il rimedio di emergenza, chiamato Rescue Remedy, inoltre, è una miscela di cinque fiori, che sarebbe utile in occasioni di fortissimi stress psico-fisici, esperienze forti, situazioni di consapevolezza o di panico. Oltre che per bocca, questo rimedio può essere applicato (in caso di svenimenti, ad esempio) anche sulle tempie o sui polsi. Consiste in una miscela di:

    * Star of Betlehem, contro lo shock improvviso;
    * Rock Rose, contro il panico o il terrore;
    * Impatiens, per riportare la calma;
    * Clematis, contro la tendenza a cedere, la sensazione di allontanamento appena prima di svenire
    * Cherry Plum, contro la paura di perdere il controllo, di andar fuori di testa.

MODALITA’ D’USO

In commercio solitamente si trovano le boccette con la tintura madre del fiore da 7,5ml, 10ml o 20ml. A partire da queste si otterrà la bottiglia da assumere quotidianamente.
Per farlo basta prendere una boccetta da 30ml (preferibilmente dotata di contagocce) che si riempirà per due terzi di acqua e per un terzo di brandy, cognac o aceto di mele (sostanze che hanno la funzione di conservare e di stabilizzare la diluizione). A questo preparato si andranno ad aggiungere due gocce per ogni fiore che si desidera utilizzare. Bach sconsigliava di non andare oltre i sette fiori per boccetta, ma esistono anche terapisti che prescrivono quantità più ingenti, fino ad un massimo di dodici fiori per diluizione.

Si assumeranno quotidianamente quattro gocce, in quattro momenti della giornata: quattro gocce al mattino a stomaco vuoto, quattro a metà mattina (almeno mezz'ora prima del pranzo), quattro nel pomeriggio e quattro prima di coricarsi. Non è necessario che gli orari siano sempre gli stessi, anche se quest'ultima ipotesi è consigliata (soprattutto per quanto riguarda la prima e l'ultima assunzione). I fiori possono essere tenuti sotto la lingua qualche secondo oppure deglutiti direttamente; non contenendo, infatti, alcun principio attivo chimico, non è necessario che il fiore entri nella circolazione sanguigna per essere efficace.

I fiori, sia le tinture che le diluizioni, vanno tenuti assolutamente lontani almeno un metro da fonti di campi elettromagnetici e microonde, anche se spenti (cellulari, computer, forni a microonde, radiosveglie); questo tipo di onde, infatti, disturberebbero la vibrazione propria del fiore, rendendolo inutile.